PALAZZO RICCIARELLI XVII-XX

Il palazzo è nato dall’accorpamento di più antiche abitazioni. Nella facciata principale su via Ricciarelli si possono individuare due corpi: un corpo principale a due piani più pian terreno, con finestre rettangolari e portone ogivale, incorniciati da bozze, e un marcapiano al primo piano;  ed un corpo laterale a tre piani, più piano terreno, semplice e privo di profilature. Corrado Ricci, nella sua guida della città di Volterra edita nel 1926, definisce i palazzi volterrani di questo tipo alla fiorentina, poiché per l’autore vengono ripresi i caratteri (o almeno una parte) del fiorentino palazzo Guadagni attribuito a Simone del Pollaiolo. Nei primi dell’ottocento il palazzo subisce importanti interventi di miglioramento ed ampliamento, forse a questa epoca risale anche il bel portone. Nel 1830 viene costruito un terrazzo, con appartamento annesso, sopra il sottotetto inabitabile nella parte del palazzo priva di profilature, posto sul prospetto principale di via Ricciarelli. Nel novecento il nuovo proprietario Brunellesco Dello Sbarba lascia sostanzialmente invariata la facciata ma costruisce un quartiere sopra il terrazzo.

Palazzo Contugi XIV-XX

La costruzione del Palazzo Contugi viene attribuita al trecento. Esso fa parte di quel gruppo di edifici che introdusse a Volterra il ricco uso delle facciate a bugne, costruite utilizzando la locale pietra panchina; il palazzo è a tre piani, oltre al piano terra e scantinati; i tre ordini di finestre   si trovano all’interno di archi ad ogiva, separati da importanti marcapiano in pietra.

Nella facciata si possono notare le caratteristiche finestre dei bambini presenti in pochissimi palazzi a Volterra ed a Firenze, e lo stemma della famiglia Contugi, un’ importante famiglia patrizia volterrana.

I Ricciarelli risultano proprietari del primo piano e dalla metà del settecento del secondo, mentre la parte restante è  di proprietà dei Franceschi. Il secondo piano del palazzo faceva parte del piano nobile del Palazzo Ricciarelli e vi si accedeva dalle medesime scale, dove nel ‘700 era posta la cucina ed alcune camere mentre il primo piano era collegato con il piano dei mezzanini. Alla fine del settecento viene acquisito anche il terzo piano, collegato al secondo piano del palazzo Ricciarelli, e parte del piano terra. Nel secolo successivo i Ricciarelli diventeranno proprietari di tutto il palazzo, unendo anche il piano terra e le cantine. Nel 1920 Brunellesco Dello Sbarba, nuovo proprietario del palazzo, restaura la facciata riaprendo le volte delle finestre e le finestrelle dei bambini che erano state tamponate.

Palazzo Pagnini XVI - XX

Il palazzo della famiglia Pagnini, titolare dello stemma posto sulla facciata, come altri palazzi volterrani dell’epoca, è caratterizzato  da una sopraelevazione in mattoni cotti sopra un piano terra in pietra e da finestre ad arco scemo del tipo fiorentino; queste finestre, un tempo formate da grandi vetrate, sono ora ridotte alle dimensioni delle classiche finestre rettangolari.

La famiglia Pagnini, originaria di Prato, è una storica famiglia volterrana ammessa al patriziato di Volterra ed a quello di Firenze, mentre un ramo dei Pagnini è stato ascritto al patriziato di Lucca. Nel 1831 Ottaviano Ricciarelli compra dai Bitossi la casa già Nannelli già Pagnini. La casa viene divisa in quartieri da affittare, ma alcuni vani del primo piano vengono collegati al palazzo e uno di questi viene affrescato da Lodovico Gamberucci.

Brunellesco Dello Sbarba negli anni venti realizza dei nuovi appartamenti rialzando la soffitta e realizzando delle nuove scale.

Palazzo Cinci

Ampio ma molto semplice è il palazzo Cinci, contiguo al palazzo Contugi, appartenuto per secoli alla famiglia Cinci, dove nacque Annibale Cinci, importante personaggio volterrano autore tra l’altro di una guida di Volterra. Questo palazzo, originariamente a due piani più piano terra,  è stato sopraelevato da Brunellesco Dello Sbarba che ha realizzato il terzo piano.

Non sono disponibili ulteriori informazioni sulla realizzazione del palazzo.

Facciata posteriore

Nella parte posteriore i palazzi formanti l’isolato di proprietà Ricciarelli poi Dello Sbarba appaiono come un corpo unico. Brunellesco Dello Sbarba tra il 1924 ed il 1926 compra, da Edoardo Verdiani e dalla Mensa Vescovile, altri immobili in via Del Mandorlo, dal lato opposto della strada. Negli orti degli immobili acquistati realizza un giardino pensile posto ai confini delle mura castellane della città, collegandolo al palazzo mediante un cavalcavia realizzato con una passerella di attracco per imbarcazioni proveniente da Venezia.